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CULTURA E TEMPO LIBERO > Teatro 

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Concorso Atti Unici 2002 > Gruppo teatrale Il Campanile
23-24 febbraio 2002
ALL'ALBA MANGIAMMO IL MAIALE
di ROCCO D'ONGHIA
Regia di WLADIMIRO MIRIELLO
Scene MIRO MARI
Scenotecnica PINO PENNETTA
Costumi ELENA DI CESARE, ANNAMARIA ELIA
Audio e Luci MIMMO LA CORTE

DOMENICO FERRULLI
CARMEN MENNELLA
IVANA AGRIMI

Il cibo movimenta una sofferta partita fra vinti e vincitori, tra carnefici e vittime, un viaggio in cui il cibo è anche simbolostereotipato dell'opulenza e del potere. Una partita giocata dentro il rapporto di coppia in cui esplode, con violenza, l'ego maschilista e perciò riproponendo, termini dimenticati come la drammaticità della "condizione femminile" nel mondo. E', giust'appunto, la storia della nostra prigioniera ed il Sig. Galatina. Un viaggio maledetto che passa attraverso personaggi-simbolo di un modello di società che sembra destinata all' autoestinzione.
Tanti sono i modo di reagire alla prepotenza e tanti, i modi per sopravvivere ai soprusi ed alla negazione della libertà e la nostra prigioniera, in fondo, lo fa con grande dignità. La danzatrice araba (altro personaggio, apparentemente estraneo alla vicenda, usata quasi come elemento di estraneamento) racchiude in se, un altro "spaccato" della relazione con il potere. Questo personaggio ci ripropone, in termini apparentemente passionali, anche il tema dello sfruttamento della prostituzione. Rappresenta la drammatica situazione di chi, per sopravvivere si vende, e rinuncia alla propria dignità.
Una partita e vicende umane che sembrano avviati verso una conclusione oramai ovvia, che vede il triofo della ragione e la vittoria ed il riscatto del più debole, un epilogo ad appannaggio delle vittime quando...

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